(foto "GiovanniSpalla" )

Modifiche di questo tipo erano di prammatica soprattutto negli anni novanta. Io stesso stressavo mio padre con cadenza quasi quotidiana perché pretendevo che la nostra Giulietta bianco Capodimonte del 1984 avesse la stessa livrea dell'esemplare in foto (paraurti in tinta con striscia centrale nera), più lo specchietto retrovisore e la mascherina in tinta.
Per ragioni di economia e praticità fu scelta, con l'indispensabile sponda di mia madre, una soluzione di compromesso: mascherina, specchietto, minigonne e parte inferiore dei paraurti in tinta con la carrozzeria.
Era già il 1994, e visti anche i canoni estetici del tempo per cui i paraurti in tinta facevano la differenza fra miseria e nobiltà, pure mio padre dovette riconoscere che il risultato complessivo non era male. Anche perché l'intrinseca modernità delle forme della Giulietta consentiva di "digerire" bene questo tipo di elaborazione, che non a caso fu adottata dalla stessa Alfa limitatamente alla versione due litri nel 1985.
Ovviamente, col senno di poi, sarebbe il caso di ripristinare tutto come d'origine, anche perché credo che il grigio chiaro brillante dei paraurti fosse una delle caratteristiche più originali e distintive della Giulietta terza serie.
Esemplare che, in ogni caso, denota cura e passione: fendinebbia originali e trasparente delle frecce di colore bianco le danno un look da sorella maggiore, in più c'è il raro e pregiato specchietto destro.
Bocciate le borchie di colore nero, fortunatamente abolite nella serie in foto, ma a quanto pare ben volute dal proprietario.

Peccato per questi pasticci, perchè una volta originale sarebbe un esemplare con i fiocchi. Non capisco come abbia fatto il proprietario ad optare per le borchiette nere che non si possono vedere sulla serie conclusiva(dove non erano neppure previste).

Per fare pendant con gli elementi verniciati.

Che abbinamento con i fiocchi.