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Alfa Romeo Alfa 6 2.5

alfa6alessio20130709.jpg
Anno 1982, targhe bianche del 1988 (Alessio3373).

Data: 10/07/2013
Commenti: 12
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Commenti
#1 | bob91180 il 10/07/2013 09:17:53
Nata gia' datata e stilisticamente non entusiasmante , aveva pero' un ottimo motore con coppia generosa accoppiato ad un cambio sportivo zf con prima in basso a sx ...
#2 | Alessio3373 il 10/07/2013 10:07:55
...a patto di saper mettere d'accordo i 6 carburatori monocorpo! ROTFL Comunque sia, l'Alfa per cui ho la passione e l'adorazione più sfrenata, forse proprio per questo suo essere "esagerata" e storicamente incompresa. Ho dovuto rinunciare ad acquistarne una solo per motivi di spazio (ma non è ancora detta l'ultima parola Wink)
#3 | S4 il 10/07/2013 11:31:00
Fa sempre piacere vederne in ottime condizioni. Smile
#4 | 1600 GT il 10/07/2013 15:16:40
Già ai tempi che furono era alquanto rara, ora è già un mezzo miracolo vederne una, peraltro in ottime condizioni come questa qui postata. Io personalmente ne ho vista solo una dal vivo ed era della serie successiva.
#5 | PrinceMax il 10/07/2013 15:35:37
Nonostante si trattasse di un progetto nato vecchio, ho sempre amato l'Alfa 6, anche se non ne ho mai capito effettivamente il perché! Pfft
Però ogni volta che la vedo mi tornano contemporaneamente alla mente tristissimi ricordi, e cioé il terribile incidente automobilistico nel quale morì la brava Liana Trouché (moglie di Aldo Giuffré), mentre Gino Bramieri era alla guida proprio di un'Alfa 6. Sad
#6 | francesco80s il 10/07/2013 15:43:20
Non sapevo di quest'incidente! Ne ho trovato maggiori notizie su questa pagina

http://www.alfa6....amieri.htm
#7 | PrinceMax il 10/07/2013 15:58:40
Io ho saputo di questa triste storia per pura casualità, quando tempo fa ho dovuto sostenere l'esame di diritto privato.
Parlando della nozione di danni riflessi, il prof. fece riferimento alla sentenza della Cassazione del 1996 proprio su questo tragico incidente, che fu il primo caso nella storia della giustizia italiana in cui venne riconosciuto un indennizzo per "danni riflessi" ad Aldo Giuffré ed alla figlia della coppia, motivando la decisione "per i pesanti danni psicologici patiti in seguito alla scomparsa improvvisa della signora Trouché".
Una sorte (ma più fortunata, dato che oggi è ancora viva) la subì nel 1978 Dora Moroni, quando fu vittima di un incidente simile all'interno della Lancia Gamma del presentatore Corrado! Sad
#8 | S4 il 10/07/2013 19:45:41
E nonostante ciò, nel 2013, moltissimi guidano disinvolti senza cintura di sicurezza. Sad
#9 | bayerische il 10/07/2013 22:17:50
Quoto princeMax, non se ne comprende il motivo ma la 6 attizza
#10 | gian masini il 11/07/2013 00:31:12
Penso che sia "obbligatoria" per un appassionato di Alfa Romeo e indicatissima per ogni cultore della bella guida e del piacere poggiato su 4 ruote. Compresa la finta radica da cucina anni '60, dettagli interni criticabili su una 124, figuriamoci su un'ammiraglia. Gamma colori con poche tonalità e, diciamolo, brutte. E le concorrenti erano Peugeot 604, Renault R30, Rover 2600 e Volvo 164, ormai al tramonto. La Lancia Gamma? 2 cilindri in meno, tanta
ruggine in più.
#11 | Markino il 12/07/2013 14:56:27
Il progetto della "6" prese corpo all'incirca nel 1971, quando l'Alfa viveva una stagione di grande espansione produttiva, trainata da una gamma di notevole spessore (dall'imminente Alfasud, eccellente in termini progettuali, fino alla Montreal). In tale contesto si ritenne di poter realizzare con buone chance di successo una vettura di rappresentanza a 6 cilindri, ambito in cui la berlina "2600", costosa e penalizzata da una linea che non aveva pienamente convinto la clientela di riferimento, aveva espresso numeri molto scarsi. La crisi petrolifera del 1973, e una recessione economica che colpì l'Italia più di altri paesi sviluppati, determinarono l'immediata contrazione delle vendite di vetture di fascia alta; la realizzazione della "6" fu sospesa in attesa di scenari più favorevoli, poiché le risorse già investite erano ingenti, e l'Alfa, in un certo senso, si trovò costretta a portare comunque a compimento il progetto per non disperdere interamente quanto speso. Tuttavia, la "6" nacque ugualmente sotto una cattiva stella, dato che nel 1979, anno della presentazione, si verificò un secondo choc petrolifero. La vettura appariva oramai datata e non molto equilibrata nei volumi, poiché la larghezza non sembrava adeguata alla notevole lunghezza, accresciuta dai pronunciati sbalzi all'anteriore e, soprattutto, in coda. La fanaleria posteriore mostrava un disegno pesante, e anche il frontale, seppur gradevole, poteva apparire un passo indietro rispetto alla tendenza invalsa con l'Alfetta, da poco convertita, con la "2000", ai proiettori rettangolari. Meccanicamente l'auto sfoggiava carte eccellenti, sia per l'architettura meccanica, ancorché priva del sistema "Transaxle" già adottato sull'Alfetta, sia per il superbo propulsore 6 V progettato sotto la responsabilità del tecnico torinese Giuseppe Busso, uomo Alfa Romeo di lungo corso e di grandi capacità, considerato a gran voce uno dei 6 cilindri più riusciti dell'automobilismo contemporaneo.
Fatta la tara di queste premesse, non si poteva pretendere molto di più dei circa 12mila esemplari costruiti nell'intero ciclo di vita.
Il modello annovera comunque una discreta schiera di estimatori, specie, manco a dirlo, all'estero. Notevole l'esemplare fotografato, nel classico e splendido blu pervinca metallizzato.
#12 | blackboxes66 il 12/07/2013 20:13:53
A riprova dei "tormenti" progettuali dell'Alfa di quel periodo, ho letto che il progetto originario prevedeva sbalzi molto ridotti, e per questo si dovette realizzare il V6, al posto di un'evoluzione del 6 in linea della 2600. Poi, strada facendo, la carrozzeria fu allungata, soprattutto davanti, e venne meno la necessità del V6: il vecchio sei in linea ci sarebbe entrato senza problemi.
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