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Fiat 512 Torpedo

fiat512torpedocasamini20151224.jpg
Anno n.c., targhe europee del 2001 (Casamini).

Data: 24/12/2015
Commenti: 11
Visualizzazioni: 1502
Commenti
#1 | time101cv il 24/12/2015 08:52:58
La targa è BS --- -E""
#2 | Themarcello il 24/12/2015 10:19:26
ottimo avvistamento di prebellica nazionale,Federica.
Sbaglio o raccontavi di averne una in famiglia...
...per caso e' questa?... Smile
#3 | bob91180 il 24/12/2015 11:10:00
Databile 1926/1928 circa , vettura per classi facoltose , oggi da museo o per manifestazioni blasonate ... immagino sia parecchio faticosa da condurre ...
#4 | Uno Turbo D il 24/12/2015 12:34:44
Sarei curioso di conoscere la storia di questa vettura, essendo in Italia praticamente qualsiasi auto del tempo appannaggio di gente benestante hanno spesso vicende contorte...
#5 | FeDeesse il 24/12/2015 14:43:26
stupenda
#6 | Alfa33 il 24/12/2015 15:13:39
Spettacolare, complimenti per l'avvistamento.
#7 | Markino il 24/12/2015 22:25:29
per caso e' questa?

Non è questa, Marcello, ma c'è comunque un nesso, e, estremizzando, risiede nel radiatore. Fu infatti la piccola "509" (l'auto di cui Federica ci ha mostrato una bella foto, scattata credo negli anni '70), ad introdurre nella linea FIAT, nel 1925, il radiatore a timpano in luogo di quello ovoidale, sino ad allora imperante. Il nuovo disegno ebbe un tale successo da costringere al restyling dell'intera gamma, ribattezzata aggiungendo due cifre alla sigla d'origine: "501", "505" e "510" divennero così "503", "507" e "512", le ultime due, ancora una volta, ingrandimenti a pantografo della versione minore. E' stata proprio la cilindrata di 3,4 lt., ottenuta interrogando il sito dell'AdE, a fare emergere in modo inequivoco l'identità di questa possente Torpedo a 6 cilindri in linea (a prima vista non troppo dissimile dalla "507" o dalla successiva "520" ), che manteneva alta la tradizione FIAT nelle vetture di lusso, con cui il marchio torinese aveva costruito parte delle sue fortune (insieme alle vetture da corsa) nei primi due decenni di vita. Tipico prodotto da esportazione, considerate le dimensioni ridottissime del mercato interno, e lo spazio ancor più esiguo per vetture di questa categoria (appannaggio prevalentemente di istituzioni o grandi aziende, o di qualche esponente dell'alta borghesia, munito di autista), la "512" fu costruita in circa 2.500 esemplari, alcuni dei quali furono probabilmente consegnati all'estero con il solo autotelaio completo di meccanica (radiatore e volante compresi, come si vede spesso in certe foto dell'epoca), mentre la carrozzeria veniva allestita nel paese di destinazione, non di rado situato in un altro continente (come l'Australia, dove furono spedite numerose FIAT e Lancia, alcune delle quali vi sono tuttora conservate); non è affatto escluso che, considerata la targatura recente, l'esemplare in foto sia proprio di provenienza estera.
Pochissime le "512" superstiti nel nostro paese. L'unica di cui ho memoria diretta, se non mi perdo qualcos'altro, è un'altra Torpedo, blu scuro, anno 1926, conservata presso lo spettacolare Museo Nicolis di Villafranca di Verona.
#8 | dariuzzo il 25/12/2015 17:58:49
Peccatissimo per la targa, non sono uno che ci si fissa ma in questo caso è un cazzotto in un occhio! nono
#9 | Casamini il 25/12/2015 19:25:08
Ciao a tutti e buon Natale. La macchina non e' quella del mio papa' che peraltro e' a targa rigorosamente nera. Questa era in tangenziale e probabilmente appena restaurata e lucidissima. Mi ha un po' stupito la mancanza dei finestrini, visto la stagione freddina, e la bruttissima targa "nuova". Confermo che questa era difficile da condurre per l'autista perche' "grattava" continuamente le marce. Grin
#10 | Markino il 28/12/2015 00:54:19
Le difficoltà che auto di questa epoca pongono nella guida sono riconducibili ad una pluralità di fattori: oltre alla manovrabilità del cambio, non sincronizzato, come già notato da Federica, vanno segnalati come minimo la pesantezza e le vibrazioni dello sterzo (spesso, oltretutto, posizionato a destra), l'assetto di guida scomodo, la rumorosità assordante, e la scarsa efficacia dei freni, i quali, per via dei lunghi spazi di arresto, obbligano a mantenere abbondanti distanze di sicurezza dai veicoli che precedono, pena spiacevoli contatti. Le prestazioni sono limitate, anche per modelli, come questo, che dispongono di una motorizzazione generosa, e rendono piuttosto penosa la marcia insieme a vetture contemporanee. Il modo migliore di gustare una vettura fino alla metà degli anni '30 (diverso potrebbe essere il discorso con un'Aprilia o una FIAT 6C 1500, o con un'americana, anche più datata) è condurla in zone di campagna poco battute, oppure in carovana insieme ad altre vetture dello stesso periodo.
#11 | sir alec il 12/08/2019 15:27:13
Avvistamento di sicuro interesse, un vero pezzo da museo che rimanda a un tempo in cui la motorizzazione di massa era ancora lontana.
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