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Alfa Romeo Arna 1.2 SL

alfaromeoarna20181203.jpg
Anno 1984 (super80).

Data: 03/12/2018
Commenti: 28
Visualizzazioni: 1922
Commenti
#1 | time101cv il 03/12/2018 08:06:56
La targa è "LE 41"
#2 | atae21 il 03/12/2018 09:35:11
Almeno in questo sito speriamo di non dover leggere le solite tiritere e luoghi comuni, magari tirando in ballo anche la Duna… Frown
#3 | Transaxle73 il 03/12/2018 09:47:24
Pole meritatissima per una vettura ingiustamente denigrata.
#4 | Nathan il 03/12/2018 09:52:52
Di certo non la trovo una meraviglia, ma (al di là del progetto nipponico che, per un alfista, dev’essere stato un bel colpo basso come la dauphine...) non la trovo nemmeno così brutta. È un’auto onesta che costava quel che valeva, nulla di più e nulla di meno. Certo che l’alfa si poteva permettere meno di altre marche questo tipo di “accordi”, appunto per la clientela affezionata e fedele che aveva..
#5 | atae21 il 03/12/2018 09:57:01
A volte penso se il progetto fosse stato realizzato a parte invertite: meccanica Nissan su una bella carrozzeria disegnata magari da Giugiaro e marchiata Alfa Romeo. Scommettiamo che i puristi l'avrebbero ugualmente ripudiata? Frown Era proprio un matrimonio che non s'aveva da fareSad
#6 | SebaRaba1961 il 03/12/2018 10:02:56
Me la metterei volentieri in garage!!
#7 | Biccio64 il 03/12/2018 10:36:27
Arna, e sei subito Alfista..........................e io pensavo : questa un alfa? ma per favore..............
#8 | francesco78 il 03/12/2018 11:04:25
passano gli anni ma il brutto Arna-troccolo non si è trasformato in cigno...
#9 | Frabo187 il 03/12/2018 11:54:48
Da amente delle auto generalmente giudicate "brutte", me la porterei subito a casa!
#10 | Joker93 il 03/12/2018 12:40:03
Controversa e quindi, almeno per me, interessante e a suo modo degna di attenzione: non l’ho mai reputata brutta in senso lato, quanto poco adatta agli standard estetici della casa del Biscione.
Le auto brutte, imho, sono ben altre...
A livello meccanico, vista la categoria, le ricercatezze (così come le doti stradali) non mancavano e la qualità costruttiva, frutto anche del know-how con i giapponesi, era più che apprezzabile.
La “gemella” Datsun/Nissan Cherry Europe, ai tempi, ha avuto un suo spazio sui mercati esteri, specie nordeuropei.
#11 | Cesco il 03/12/2018 12:53:43
Non mi piace ma non la trovo meglio o peggio di tante altre vetture coeve.
#12 | peppecantarella il 03/12/2018 14:10:43
Il 9 Ottobre del 1980 veniva firmato l'atto costitutivo della società Alfa Romeo Nissan Automobili SpA, tra i due massimi dirigenti Ishihara (Nissan) e Massacesi (Alfa Romeo, ancora di proprietà IRI). Veniva, in tal modo, deciso di produrre una nuova automobile in cui la scocca era quella della Nissan Pulsar e la meccanica era quella dell'Alfasud. Le scocche arrivavano dal Giappone e venivano assemblate presso lo stabilimento di Pratola Serra, in provincia di Avellino. Design nipponico poco gradito in Italia, anche per una sorta di fastidio provocato dallo slogan pubblicitario sopra ricordato. Dal punto di vista dell'economicità dell'accordo, le numerose modifiche cui bisognava sottoporre le scocche giapponesi per adattarvi la meccanica italiana, portarono ad un notevole aggravio di costi. Nel 1987 la FIAT, che nel frattempo aveva acquisito Alfa Romeo, decise per bloccarne la produzione.
#13 | Cesco il 03/12/2018 15:07:36
L'Arna fu commercializzata all'estero?
#14 | cptwillard il 03/12/2018 16:17:01
L'avessero venduta senza associarla al marchio Alfa, semplicemente come Arna, avrebbe avuto piu' successo secondo me. L'idea delirante fu quella di spacciare un modello utilitario e esteticamente discutibile (almeno per il gusto italiano) ad un marchio che faceva dello stile e delle prestazioni la sua bandiera.
Per il resto la macchina era robusta, fatta bene (meglio della 33 sicuramente) e discretamente brillante. Io la considero una mancata "Logan" ante litteram
#15 | freccetricolori il 03/12/2018 16:34:14
Trovo le considerazioni di Joker93 e cptwillard assolutamente corrispondenti al mio pensiero in merito al progetto ed industrializzazione dell'Arna.
Detto questo mi fa piacere vederne ancora di ben conservate
#16 | svalvolatogiallorosso il 03/12/2018 20:09:53
Sulla discussione "Le auto della vecchia compagnia" avviata qualche giorno fa non ho segnalato l' Arna di un altro nostro amico che veniva spesso utilizzata per le uscite serali di sabato (targa nera PE23****)
Anch'essa di colore verdolino metallizzato ,magari era bistrattata da coloro che, secondo me a torto, l'avevano ribattezzata " l'Ernia " e che tuttavia aveva poche rivali in termini di spazio interno anche in 5 ,e anche come prestazioni per l'epoca non era male
Certo,sempre a confronto con le nostre utilitarie che a malapena ci si entrava in 4
Bello l'esemplare in foto ,pero' .. portiere ammaccate ?
#17 | Markino il 03/12/2018 21:19:59
Il dibattito su questo controverso modello risorge puntualmente al comparire di uno dei pochi esemplari superstiti di una produzione complessiva di sole 53mila unità.
Figlia di un'epoca in cui l'Alfa Romeo disponeva di risicati budget di investimento, che dovevano tuttavia soddisfare una gamma piuttosto articolata, l' "Arna" fu il frutto di una joint-venture che, a quanto traspare dal racconto di una figura di spicco come l'ingegner Domenico Chirico, tra i padri dell' "Alfasud", fu definita senza eccessiva convinzione da entrambe le parti, e con una certa componente, se così posso sintetizzare, di "casualità". L'Alfa Romeo cercava un partner che consentisse di ampliare la base produttiva in un momento di stagnazione delle vendite, e che le evitasse al contempo di affrontare per intero i costi della progettazione di un nuovo modello. Tra gli altri, comparvero anche i giapponesi della Nissan, che allora nessuno conosceva, e che stavano effettuando un giro di visite presso gli stabilimenti automobilistici europei. Dopo una riunione tra vari comparti aziendali, in cui il tema fu abbozzato, l'ingegner Innocenzi, amministratore delegato dell'Alfa, disse a Chirico: "in Svizzera la Nissan commercializza un modello chiamato "Cherry", ne compri una e veda se ci può cacciare dentro la maggior quantità possibile di meccanica dell' "Alfasud". Prese le necessarie misure ed approntato qualche disegno di massima, Chirico volò in Giappone a proporre la nuova vettura; presso il centro stile, gli fu mostrata in gran segreto la nuova carrozzeria che avrebbe sostituito per il 1983 quella a lui già nota. I giapponesi si imbarcarono in un progetto dal quale, in definitiva, avevano poco da guadagnare, stanti anche i limitati sbocchi a loro offerti da un mercato ancora "protetto" come il nostro; il processo produttivo, che faceva perno su un nuovo stabilimento edificato molto rapidamente a Pratola Serra (AV) per motivi notoriamente elettorali, prevedeva inoltre diversi passaggi delle varie componenti, con aggravio dei costi.
L'accordo, insomma, non fu dei migliori, come potrebbero probabilmente confermare tanti altri aneddoti degli addetti ai lavori, e la vettura che ne sortì ne rispecchiava inevitabilmente l'insufficiente determinazione, con due significative pecche: un vestito scarsamente attraente, anomalo per una Casa che ha sempre potuto contare su disegni arditi e raffinati, e quindi poco digeribile da una clientela ben abituata, e una meccanica di pregio ma individuata nella sua configurazione meno potente, elementi che relegavano la nuova nata ad Alfa Romeo "povera". In generale, l' "Arna" era un'automobile di una certa sostanza, ed era pure ben costruita, ma finiva per sovrapporsi - essendone facilmente "cannibalizzata" - alla coeva "33", che aveva tutt'altro appeal, dotazione più ricca e prestazioni di livello ben superiore. A conti fatti, l'Alfa Romeo avrebbe potuto semplicemente creare una versione d'accesso della "33" con allestimento semplificato e motorizzazione 1,2 lt. (ma con 68 CV, che l' "Arna" ebbe in dote quando era già spacciata), ottenendo maggiori sinergie e risultati commerciali praticamente equivalenti, e risparmiandosi un danno "reputazionale" che all'epoca ebbe - lo ricordo bene - vasta risonanza.
#18 | deltago92 il 03/12/2018 22:12:42
Avendo spazio, un'Arna entrerebbe subito nel mio garage ideale. Ottimo avvistamento.
#19 | Alfa33 il 03/12/2018 23:07:26
Non mi è mai piaciuta, ma anni fa mai pensai che il peggio doveva arrivare e che a distanza di un paio di decenni le strade si sarebbero popolate di numerosi orrori estetici di troppi marchi.
#20 | atae21 il 04/12/2018 00:12:25
Dopo aver letto tutte le vostre disamine sull'argomento Arna, sono arrivato alla piacevole conclusione che si può giudicare bene o male un'automobile non solo per il sentito dire o per seguire l'opinione dominante. Nessuno ne salva l'idea, il progetto o l'esito finale ma perlomeno lo si esprime con parole garbate e con motivazioni valide e realistiche. Questo è "targhenere", scusate se è poco. nerdevvai
#21 | attom83 il 04/12/2018 00:50:06
Ai tempi ne ricordo parecchie in giro per Milano. Era un'auto basica ed economica, non rispecchiava di certo lo spirito sportivo alfista e non aveva particolari attrattive; però ricordo anche che gli anni '80 non è che fossero l'apice del blasone della casa di Arese. Gli adulti che sentivo discutere sull'argomento non erano sicuramente innamorati della varie 33, Alfasud, 90 disponibili sul mercato.
#22 | lancista il 04/12/2018 22:45:01
... però ricordo anche che gli anni '80 non è che fossero l'apice del blasone della casa di Arese. Gli adulti che sentivo discutere sull'argomento non erano sicuramente innamorati della varie 33, Alfasud, 90 disponibili sul mercato.


concordo pienamente... in quell'epoca solo 75 fu un po in grado di destare interesse "da vanto" per gli alfisti ma a ben vedere lo era solo x loro. Il mercato "degli altri" ormai non le considerava, si era gia spostato ampiamente su E30, 190, A80 e in Italia Prisma e poi Dedra avevano miglior considerazione. Fortunatamente arrivo' poi in alto 164 (che non è piu' alfa di un'arna...) a salvare l'immagine del marchio anche su un mercato che andava oltre gli aficionados del marchio. Che ripeto all'epoca era crollato x immagine non poco. Le tante alfa che vedevi in giro si svalutavano in fretta e finivano presto in mano a gente diciamo "naif". Almeno al nord era cosi.
#23 | TanteUno il 05/12/2018 00:08:22
in quell'epoca solo 75 fu un po in grado di destare interesse "da vanto" per gli alfisti

Beh dai, anche la 33 per anni è stata una macchina apprezzata e ammirata...
Anzi, è stata anche una delle prime ad essere considerata modaiola anche in versione station wagon (Giardinetta o Sport Wagon che dir si voglia)
#24 | lancista il 06/12/2018 01:38:54
Si vero 33 era un'ottima media e di successo su un pubblico ampio, non a caso in tutta Europa è lei che ha trainato i numeri del marchio in quella meta anni 80. Ma non era "il vanto" degli alfisti: come Alfasud soffriva il fatto di essere una "misera" Ta di categoria inferiore rispetto a quanto e cosa volevano per il loro marchio. Questo li accecava talmente tanto da sottostimarla e non valutare nemmeno l'ottimo boxer e la sua meccanica come qualcosa di persino piu interessante e coraggioso del classico bialbero in linea sulla meccanica giulia...(oddio.. ho esagerato Cool adesso mi linciano Grin ). comunque Solo in tempi recenti 33 e alfasud stanno riacquistando stima su tutti gli alfisti.. ma allora non era cosi
#25 | blackboxes66 il 06/12/2018 10:16:49
Certamente difficilmente venivano prese in considerazione dal pubblico che guidava Giulia, Giulietta, eccetera (anche perché avrebbero rappresentato un passo indietro), però ricordo che le Alfasud e le 33 erano apprezzate e desiderate all'epoca, nonostante la qualità costruttiva disastrosa di certe annate dell'Alfasud. Soprattutto la 33 era una delle auto più ambite dai ragazzi, in alternativa alla Golf.
#26 | Markino il 06/12/2018 10:27:38
Ma certo, il mio ricordo di quegli anni coincide con quello di Marco: quando tra ragazzi si voleva esemplificare una berlina compatta dalle prestazioni brillanti, non caratterizzata in modo chiaramente sportivo, la "33" saltava sempre fuori in automatico.
E più in generale, le Alfa Romeo dell'epoca erano considerate da molti, giovani e adulti, con grande rispetto e ammirazione.
Potrei sciorinare diversi aneddoti in proposito riguardanti la mia cerchi di conoscenze, come, solo per citarne uno, l'impressione suscitata nel padre di un amico dopo un viaggio sulla "Giulietta 1.8" di un collega; poco dopo, acquistò una "Alfasud Sprint Veloce 1300", poi venduta per esigenze di famiglia, ma citata sempre con rimpianto.
#27 | attom83 il 07/12/2018 00:39:51
sicuramente la 33 era un'ottima auto con un ottimo riscontro di vendite, ma ricordo nitidamente che era considerata più una normale berlina da famiglia (e difatti poi la versione station wagon vendette tantissimo) piuttosto che un emeblema del "cuore sportivo". negli anni '80 la sola alfa che aveva stuzzicato le velleità corsaiole degli affezionati era la 75, buon compromesso tra prestazioni, compattezza ed eleganza.
forse c'era un maggiore divario di vedute tra nord e sud italia sulle alfasud e le 33.
#28 | blackboxes66 il 07/12/2018 10:38:12
Da quanto ricordo, la 33 era percepita come una media di livello superiore, concorrente per antonomasia della Lancia Delta, più elegante quest'ultima, più sportiva la 33. Anche la SW era una familiare sui generis: aveva una versatilità superiore rispetto alla berlina, ma con una capacità di carico tutto sommato limitata se confrontata con altre station wagon medie dell'epoca, più votate al trasporto che alle prestazioni.
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