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Fiat 501 Torpedo

fiat501torpedo20200624.jpg
Anno 1922, targhe europee del 2012 (Super207).

Data: 24/06/2020
Commenti: 8
Visualizzazioni: 1311
Commenti
#1 | Alfa33 il 24/06/2020 19:19:53
Si potrebbe definire, in termini relativi, un modello di grande produzione, considerando il contesto del primo dopoguerra; aveva comunque contribuito ad aumentare la diffusione dell’automobile in Italia ed era un progetto moderno e funzionale e quindi anche l’affidabilità era su buoni livelli.
Tante varianti di carrozzeria venivano realizzate direttamente dalla Fiat, senza l’intervento dei carrozzieri.
#2 | aureliab20 il 24/06/2020 22:34:32
Baule non consono all'età della vettura in quanto venivano montati i classici similpelle e non in metallo come mi sembra questo che vennero adottati dalla Fiat 508 Ballilla sempre come optional. Esemplare che mi sembra abbastanza ben restaurato dalla foto, ma le targhe bianche a mio avviso deturpano il tutto.
#3 | Markino il 24/06/2020 22:38:45
Si potrebbe definire, in termini relativi, un modello di grande produzione, considerando il contesto del primo dopoguerra

Inquadramento corretto per un modello fondamentale nella storia della FIAT, dall'impatto ben superiore rispetto al suo volume di produzione, circa 70mila esemplari tra il 1919 e il 1925, comunque molti in un contesto in cui l'automobile era ancora un bene per pochi privilegiati.
L'immagine della FIAT, prima del conflitto, non era affatto associata alle vetture di taglia medio-piccola, o, se si preferisce, dai bassi costi di gestione; la Casa torinese era anzi nota per modelli di fascia media e medio-alta, e per il suo impegno nelle competizioni, spesso coronato da successi. Entrata a pieno titolo già con la campagna di Libia del 1911-'12 nel "giro" delle commesse militari, la FIAT, con l'esplodere della Grande Guerra, divenne uno dei principali fornitori di automezzi, motori e materiale bellico in generale, dietro alla gigantesca Ansaldo (che cercò pure di assorbire il fastidioso concorrente), e fu investita in pochi anni da una crescita vertiginosa, che riguardò tutte le dimensioni aziendali: stabilimenti, organico, fatturato, capitale sociale, rapporti con il sistema bancario. Questa dinamica, "drogata" da una situazione del tutto particolare, non poteva certo mantenersi in un contesto di pace, che avrebbe inevitabilmente determinato la drastica riduzione della domanda dello Stato di forniture militari, a meno di riposizionare la produzione civile su una fascia accessibile a strati più vasti della borghesia, e a un maggior numero di aziende ed enti, ed in questo senso la FIAT aveva già intrapreso un percorso virtuoso che originava dalla "Tipo Zero" del 1912, la cui cilindrata era "appena" di 1,8 cm3.
L'intuizione di impostare una nuova gamma postbellica incentrata su una vettura di dimensioni e cilindrata contenute, che facesse della robustezza e della semplicità i suoi assi principali, con i modelli superiori definiti come ingrandimenti a pantografo della "matrice", si dimostrò vincente, considerata l'evoluzione dell'economia di quegli anni, che vide un brevissimo periodo di boom subito seguito da una brusca contrazione, nella quale automobili voluminose e ricercate avrebbero stentato ad affermarsi, rivelandosi quindi inadatte a trainare un'azienda oramai enorme (ancorché dimagrita nei suoi addetti rispetto ai picchi del 1918). La produzione fu per buona parte destinata all'esportazione, allora capace di assorbire anche il 60% e più dei volumi, ma poté soddisfare al tempo stesso una domanda interna cresciuta grazie anche alla ben maggiore confidenza che molti italiani avevano acquisito durante il servizio militare con i mezzi a motore, soprattutto autocarri FIAT "18 BL". Le varianti di carrozzeria consentirono alla "501" di essere utilizzata spesso come auto pubblica o come veicolo commerciale, senza contare la possibilità di elaborazioni sportive sulle versioni "S", che guadagnarono al modello un'ottima reputazione tra le vetture nella fascia del litro e mezzo.
Nonostante il tempo trascorso, che ha visto un lungo conflitto solcare il nostro paese, al termine del quale le automobiii superstiti più versatili e robuste subivano frequentemente la trasformazione in camioncini, la "501" è sopravvissuta in un numero di esemplari relativamente buono, ai quali si aggiungono le unità conservate all'estero, anche in nazioni molto lontane, come l'Australia, da dove alcune sono rientrate in Italia.
Da grande appassionato di anteguerra, plaudo a questo avvistamento,, e alla bella foto con cui è stato colto.
Tonalità grigio chiaro piuttosto frequente.
#4 | Super207 il 25/06/2020 17:05:35
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#5 | Markino il 25/06/2020 17:34:41
Va' che foto.....splendide...
#6 | Luzzo il 25/06/2020 20:51:31
Ma la targa davanti? Immagino sia una replica di quelle in uso fino al 1927... Chissà se era la sua targa di prima immatricolazione!!!
#7 | Markino il 25/06/2020 21:19:33
Con buona probabilità, è una targa di comodo; considerata la zona di caccia dell'avvistatore, presumo che il numero rosso (la cui 2a cifra non è ben visibile) sia 64, corrispondente a Trapani, anche se, talvolta, nel caso delle FIAT così anziane, i proprietari scelgono il 63, ossia Torino.
#8 | Luzzo il 26/06/2020 00:08:29
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