Non si finisce mai di scoprire le singolari creazioni dei nostri carrozzieri, questa per me è inedita, mi piace molto l'abbinamento cromatico e il taglio posteriore; non posso dire altrettanto della vista anteriore ma comunque lode all'immagine di oggi...
Sublime esemplare oggetto lo scorso anno di un servizio della rivista forlivese Epocauto, che lo ha ritratto anche in copertina.
Il fervore carrozziero dei tardi anni '40 e del decennio '50 individuò nel telaio "1100" (quale che fosse la serie) il tema più fertile (basti pensare a quel capolavoro inarrivabile che fu la Cisitalia "202" ), considerata la quantità sbalorditiva di interpretazioni venute alla luce, per ogni genere di conformazione, comprese bellissime Giardinette in legno, e la varietà degli stili, spesso arditi, e non di rado tributari delle imperanti tendenze d'oltreoceano. Se nella prima metà del decennio la fuoriserie "1100" chiusa più tipica era forgiata a mò di Berlinetta fast-back, sagoma appunto introdotta da Pininfarina con la Cisitalia, e poi eretta alla dimensione del mito, stradale e sportivo, con l' "Aurelia B20", gli anni successivi videro l'affermarsi della più moderna Coupé a tre volumi; lo stesso Vignale passò dall'una all'altra impostazione, prima con le "Charmant", e ora con la "Desirée", senza contare varianti meno note, costruite magari in esemplare unico.
"Vera" auto d'epoca per i miei canoni, ed estremamente seducente come quasi tutte le creazioni di quell'universo artigiano che già nella 2a metà degli anni '60 risultava fortemente indebolito (la Carrozzeria Touring, per esempio, dovette chiudere i battenti nel 1966), la raffinata "Desirée", opera di Giovanni Michelotti, è stata realizzata in un numero assai limitato di esemplari - a farla grossa, poche decine, dovrei riprendere l'articolo qui ricordato - uno dei quali, in eccellenti condizioni, doppia tonalità argento e nero, targa a cinque cifre AT 19..., è stato esposto ad alcune fiere anni fa (Forlì, Padova), per poi finire all'estero, tappa finale oramai obbligatoria per vetture di questo livello, che ben pochi in Italia riescono a capire e/o a trattenere sul suolo natìo grazie a finanze adeguate.
Avvistamento emozionante e di grande spessore; complimenti ad Andrea, e soprattutto al proprietario.
Concordo con Markino... Divertente scoprire poi elementi della produzione di serie, anche di altre marche, per contenere i costi!
In questo caso si notano le luci di coda Alfa Romeo...
Grazie Marco per i complimenti. L'avevo già notata un paio di anni fa ad un raduno organizzato dall'Officina Ferrarese in Piazza Trento e Trieste. Qui stavo tornando a casa dopo essere stato in palestra, era parcheggiata nei pressi di una rinomata pasticceria.
Di questa ne avevo sentito parlare ma non avevo mai avuto occasione di vederla nemmeno in foto. Il nome Desirée all'epoca dovette apparire modernissimo in Italia, dato che ha avuto un boom di assegnazioni solo sul finire degli anni '90.
Mi hanno sempre affascinato terribilmente le realizzazioni dei carrozzieri, purtroppo sono così tante che è quasi impossibile conoscerle tutte, mi chiedo se esista qualche pubblicazione enciclopedica che ne raccolga un bel po'.
Vettura davvero spettacolare!
La prima foto pubblicata da 4R risale al numero di giugno del 1956 e la vettura era rossa mentre nella foto in bianco e nero pubblicata nel numero del febbraio 1957 la verniciatura è bicolore direi lo stesso abbinamento di questa (magari è la stessa vettura?)
Nelle foto d'epoca si possono notare alcuni particolari diversi (tra cui la forma e posizione degli indicatori di direzione laterali come giustamente fatto osservare da Markino) rispetto la vettura dell'avvistamento, ne cito uno evidente: all'interno dell'asola ricavata nella parte bassa della griglia radiatore vi è un alloggiamento di forma circolare che potrebbe accogliere un fendinebbia centrale o forse il marchio del carrozziere non capisco bene.
Ricordo che la linea della Lancia Avrelia B 20 sarebbe stata disegnata da Felice Boano ed il primo lotto di 98 vetture sono state costruite dalla Viotti. Poi, visto il successo di richieste della vettura, la produzione venne affidata alla Pininfarina in quanto carrozzeria più industrializzata e attrezzata per costruire un volume più elevato di vetture, apportando delle minime modifiche ai particolari della carrozzeria.
(foto "Frabo187" )