Il blu pervinca ha il dono di alleggerire le linee pesanti come poche altre. Nonostante non abbia mai digerito il modello, bisogna dirlo: magnifico esemplare, nonostante il cambio automatico.
Invece, per me, è una delle berline Alfa più belle, proprio in virtù delle linee e imponenza generale, soprattutto nella prima versione a fari tondi. Come patito da sempre dei cambi automatici... la presenza è un valore aggiunto.
Per me un sogno in tutto: dal colore, alla versione, al cambio, agli accessori che noto nelle foto. Unico neo la targa bianca che farei rifare con formato del 1981. Spettacolo.
Riguardandola con gli occhi di oggi, non mi sembra così indigesta nonostante sia stata concepita a metà anni settanta; certamente la tinta armonizza la possanza, inoltre il frontale ricorda un po' le grosse coupé bavaresi.
A me è sempre piaciuta, anzi proprio le sue contraddizioni ed il destino commerciale rappresentano un ulteriore elemento che la rendono ancora più interessante.
Avessi la possibilità di creare una collezione di grandi ammiraglie sfortunate ed incomprese, partirei subito da Alfa 6 e Lancia Gamma.
Concordo con Alfa 33 al cento per cento...più sono controverse e più mi affascinano,poi l Alfa 6 occupa un posto di riguardo nella mia collezione virtuale
S4 il 10/11/2021 16:15:28
Riguardandola con gli occhi di oggi, non mi sembra così indigesta nonostante sia stata concepita a metà anni settanta
Inizio anni'70. Secondo alcuni testi dell'epoca, doveva uscire nel 1973. Di conseguenza la linea doveva essere più leggera, a partire dai paraurti, probabilmente di lama fine simili a quelli di Alfetta e 2000, che l'avrebbero resa assai più gradevole. La stessa Alfetta, aggiornata nel 1977, divenne più pesante (pur rimanendo gradevole) rispetto alla serie capostipite.
A "naso", credo siano state più numerose, per la semplice ragione che, trattandosi di vettura destinata, per i ben noti motivi fiscali, ad avere una discreta incidenza di export sul totale prodotto (circa 6mila unità), ed essendo diversi paesi stranieri sicuramente più inclini del nostro al cambio automatico, la presenza del medesimo riguardava probabilmente almeno il 10-15% delle unità vendute oltreconfine (che, peraltro, non saprei quantificare, diciamo molto spannometricamente tra 500 e 1.000). Quanto all'Italia, la destinazione della vettura a fini spesso "istituzionali" può aver indotto talvolta a richiedere tale tipo di trasmissione, anche se, in termini generali, ritenuta poco "congrua" nell'immaginario collettivo nostrano con un'Alfa Romeo.
Modello del quale non mi sfuggono diversi squilibri estetici, a cominciare dal passo piuttosto corto in rapporto alla lunghezza complessiva, e quindi dai pronunciati sbalzi alle estremità; la parte più riuscita è a mio giudizio il frontale.
Il blu pervinca metallizzato ha poteri taumaturgici, e riesce senz'altro a renderla più gradevole.
Il pastoso propulsore 6V "Busso", unito all'ottimo cambio ZF, è il pezzo forte della vettura, anche se non dev'essere una passeggiata mantenere "in bolla" l'alimentazione diretta con 6 carburatori. Per esprimersi al meglio avrebbe avuto comunque bisogno di accollarsi almeno 150-200 kg in meno, come accadde sulla coeva "GTV 6".
Aggiungo, per quanto poco valga, che su Targhe Nere sono state sinora censite 27 "Alfa 6" 1a serie, almeno 4 delle quali equipaggiate con cambio automatico (15% del totale, percentuale sicuramente molto superiore al dato effettivo).
A me l'Alfa 6 è sempre piaciuta molto, specie nella versione iniziale con doppi fari tondi.
La considero degna ereda dell'Alfa 2600, mentre non considero tale la Lancia Gamma, che peraltro mi piace molto sia in versione berlina che coupé, rispetto alla Lancia Flaminia, sia per la linea che per il motore.
povera Gamma non gli si riesce proprio a perdonare i soli 4 cilindri, effettivamente a ragione,sono pochini ed anche malriusciti.La Flaminia è proprio di un altro pianeta.
Ho visto per curiosità il progetto originario del 1973 ed era in effetti più leggera e mi sembrava un aggiornamento della Alfa Romeo 2300 venduta nei mercati sudamericani. Poi, forse per renderla più moderna 6 anni più tardi, hanno deciso di metterle questi paraurti quasi "all'americana" con un risultato finale pesante alla vista, soprattutto nelle tinte più chiare. Infatti il magnifico blu pervinca di questo magnifico esemplare pone rimedio a questa bruttura. Tuttavia non la trovo poi così indigeribile, a differenza della serie successiva dove a mio avviso la toppa fu peggio del buco.
Sempre piaciuta, in entrambe le serie, il blu pervinca è stupendo, non a caso equipaggiava sovente gli esemplari destinati a servizi pubblicitari. L'automatico ci sta su un'auto di tale stazza e con questa cilindrata,tuttavia per quanto ammiraglia resta sempre Alfa e le Alfa sono da cambio manuale, che apprezzo maggiormente (sebbene come già detto, l'automatico ha il suo perché su questa auto).
Avuta la Gamma berlina. Un problema dietro l'altro fino a che dopo un principio di incendio, mi sono stufato e l'ho demolita senza rimpianti, se non per la targa nera a cifra tonda.
Rispetto al progetto originario è atato anche allungato il frontale, che in origine prevedeva uno sbalzo ridotto e proprio per questo fu progettato il V6, anziché perfezionare il 6 in linea della 2600.
(foto "neim4" )